Un professore e Prisma, due modi di raccontare i giovani

Un professore e Prisma sono due serie tv incentrate sui ragazzi. Entrambe di successo, hanno un modo differente di approcciarsi alla loro vita e ai loro problemi.

Un professore e la bisessualità in Rai

Per quanto possano sembrare due prodotti differenti, Un professore della Rai e Prisma di Prime Video portano al centro dell’attenzione i ragazzi di oggi. E in entrambi i casi lo fanno senza indorare troppo la pillola. Certo, l’approccio è differente e nel caso di un professore mitigato dalla storia del protagonista adulto.

Per entrambe le fiction però diventa interessante vedere come vengono trattate le problematiche più ricorrenti: bullismo, relazioni interpersonali, scoperta della propria sessualità.

Prisma, essendo un prodotto di Amazon, è decisamente più aperto e diretto rispetto al corrispettivo della tv generalista. Ciò non toglie che in entrambi i casi la bravura dei singoli abbia portato i prodotti a entrare nel cuore dei rispettivi spettatori.

In Un professore a conquistare in particolare l’attenzione è la storia dell’insegnante Dante e del figlio Simone: una tragedia vissuta dai due che influenza il corso delle loro esistenze. Da qui si dipana quella di Manuel e della madre Anita. In parallelo vengono vissuti i rapporti e la vita dei due genitori e dei due figli a Roma. La potenziale coppia rappresentata da Simone e Manuel è uno dei punti di maggiore interesse della serie tv. E per due motivazioni. Una è la possibilità che venga finalmente rappresentata la bisessualità in modo realistico in Rai. E la seconda è la bravura dei due giovanissimi attori, Nicolas Maupas e Damiano Gavino.

Identità di genere e tanti temi in Prisma

Prisma, libero da costrizioni, fa un salto ancora più ampio. Come? Affrontando il percorso di vita di due gemelli, Andrea e Marco, interpretati in entrambi i casi da Mattia Carrano. Il giovane si è rivelato un attore di devastante bravura, capace di rappresentare punti di forza, debolezze e differenze di entrambi i personaggi in maniera magistrale.

Aiutato anche da costar di immensa bravura come Caterina Forza e Lorenzo Zurzolo, i cui personaggi hanno un importante peso all’interno di tutta la narrazione. È particolarmente interessante in prisma la storia di Andrea, che si trova a dover fare i conti con una identità di genere che non sente ancora ben definita.

Ma allo stesso tempo lo sono le storie di disabilità, disagio psicologico, voglia di emergere che vengono affrontate in un contesto come quello di Latina, una città che ancora risente del suo passato fascista.

Due serie tv che devono essere viste assolutamente da giovani e adulti e delle quali non vediamo l’ora esca la seconda stagione.

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