Justin Bieber raddoppia con Swag II. E a quanto pare riesce a superare in bellezza anche Swag, quello che da molti è stato considerato il grande ritorno del cantante canadese.
Un bis inatteso a dire la verità
Quando si parla di Justin Bieber siamo abituati ad avere a che fare, più che altro negli ultimi anni, con ciò che lo riguarda dal punto di vista del gossip. Quindi, quando ci presenta della musica che effettivamente appare convincente, quasi rimaniamo straniti.
Dobbiamo sottolineare comunque che non ci aspettavamo una seconda uscita così vicina alla prima. Evidentemente l’artista aveva molto da dire e ha deciso di farlo in più riprese. Swag II ha lo stesso team di produzione e creativo che aveva il suo predecessore. Eppure, ascoltando l’album, sembra di avere davanti perlomeno una visione differente.
Di sicuro appare essere un lavoro più preciso rispetto al primo, perché sembra aver preso quegli elementi che in Swag sembravano accennati e che ora vengono espressi al loro massimo. Ecco la tracklist dell’album:
- SPEED DEMON
- BETTER MAN
- LOVE SONG
- I DO
- I THINK YOU’RE SPECIAL
- MOTHER IN YOU
- WITCHYA
- EYE CANDY
- DON’T WANNA
- BAD HONEY
- NEED IT
- OH MAN
- POPPIN’ MY S***
- ALL THE WAY
- PETTING ZOO
- MOVING FAST
- SAFE SPACE
- LYIN’
- DOTTED LINE
- OPEN UP YOUR HEART
- WHEN IT’S OVER
- EVERYTHING HALLELUJAH
- STORY OF GOD
Noi ci siamo voluti prendere un po’ di tempo prima di affrontare questo album. Volevamo evitare il rischio di un’overdose da Justin Bieber, onde poter comprendere se tutto quanto ci sembrasse un po’ troppo o meno.
Qualità più salta per Justin Bieber
In realtà, bisogna ammettere che, pubblicando questo nuovo album a breve giro dal precedente, è possibile toccare con mano quanto Justin Bieber volesse comunicare e l’urgenza che sente nel farlo. Sebbene altri suoi album possano essere considerati il top della sua carriera, Swag II ce la mette tutta per farsi amare un po’ anche da chi questo cantante non lo conosce. Più che altro perché alcune sonorità e scelte richiamano anche lo stile tipico di un Michael Jackson degli anni ’80.
E chi siamo noi per resistere a dei grandi classici? Non sappiamo dire se questi lavori riporteranno Justin Bieber dov’era qualche tempo fa, sia dal punto di vista stilistico che umano. Ma non si può negare che siano un ottimo passo in avanti in una carriera che pensavamo avesse perso di nuovo di vista.
Siamo contenti quindi di vedere che non sia così. Anche se non ci spieghiamo perché decida di muoversi in mutande con il segway e pubblicare la questione online.