Justin Bieber è passato da bambino prodigio a personaggio controverso nel corso della sua crescita: in concomitanza con la crisi scatenata dal coronavirus in tutto il mondo ha parlato ancora una volta del suo passato e della sua salute mentale sottolineando come abbia pensato al suicidio in passato.
Continua il percorso di guarigione di Justin Bieber
L’occasione di farlo è stato il lancio su Youtube del nuovo documentario che lo riguarda “Justin Bieber – The next Chapter“, seguito della serie “Justin Bieber – Seasons” che era stata pubblicata all’inizio del 2020. E’ proprio all’interno di questo nuovo episodio che il cantante ha raccontato come vi siano stati momenti, nel suo passato, in cui il dolore era un costante compagno di vita e di come lo stesso lo abbia spinto a prendere in considerazione l’ipotesi di togliersi la vita per smettere di soffrire.
E’ importante che un personaggio famoso come Justin Bieber condivida quella che è la sua esperienza con la salute mentale dato lo stigma che di solito questa particolare branca della vita di una persona subisce: sono in molti a non comprendere che non ci si deve vergognare delle proprie condizioni e che anzi, la condivisione, con esperti e professionisti può aiutare a gestire la problematica stessa.
Nel nuovo documentario pubblicato su Youtube, Justin Bieber racconta alcuni episodi del suo passato proprio legati alla sua salute mentale. Già all’inizio del 2020 il cantante, pubblicando “Justin Bieber: Seasons”, aveva iniziato raccontare al suo pubblico quelle che erano state le sue battaglie personali e il modo in cui era ruscito a ritornare sulle scene con l’album “Changes.
Momenti difficili che hanno fatto crescere Justin Bieber
Con questo ultimo contributo online, Justin Bieber ha continuato a raccontare dei suoi momenti più difficili, sottolineando:
Ci sono state delle volte in cui ho pensato davvero di suicidarmi. Dicevo: “Un giorno tutto questo dolore se ne andrà?”. Ma era troppo difficile da sopportare. E mi faceva stare male. Così pensavo: “Non voglio più provare dolore”.
Il cantante canadese ha affrontato nel documentario anche quella che è stata la sua conversione, oramai completata, alla fede cristiana e il ruolo che vorrebbe ricoprire in base alla stessa, magari essendo di aiuto a coloro che fanno parte dell’industria musicale e che potrebbero avere bisogno di aiuto o di ascolto.
Ho sempre voluto essere un leader per le persone. Oggi voglio incoraggiarle, dire loro: “Se ti senti solo, parlane. Sfogati'”.
Il cantante fa anche l’esempio di un’altra giovane star, Billie Eilish, con cui Biebs ha collaborato nel remix di “Bad Guy“. “Voglio solo proteggerla“spiega, rifacendosi anche alle critiche ricevute dalla ragazza e al body shaming di cui è stata vittima, “non voglio che si perda e che passi tutto quello che ho passato io. Se dovesse avere bisogno di me mi può telefonare in qualsiasi momento“, ha sottolinato.